Possession. Una storia romantica

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Possession. Una storia romantica

Il regista Neil Labute nel 2002 porta al cinema un film da tempo in gestazione, “Possession”. Una storia romantica”, con Gwyneth Paltrow, Jeremy Northam e Aaron Eckhart.

Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Antonia Susan Byatt, scrittrice britannica, classe 1936, studiosa di letteratura ed autrice di diversi saggi critici, racconti e romanzi.

Il più celebre è proprio “Possession”, da lei scritto come risposta letteraria a “La donna del tenente francese” il romanzo di John Fowles pubblicato nel 1969.
Entrambi considerati esempi della cosiddetta letteratura post-moderna e meta storiografica.

“Possessione. Una storia romantica” è pubblicato in Italia da Einaudi.

Una femminista?
Una Storia romantica?

Il romanzo presenta toni eruditi, con frequenti citazioni da opere di personaggi storici. Sebbene lo stile non sia del tutto scorrevole, si adatta al contenuto e non ostacola la lettura. 

L’erudizione emerge nel tono a tratti didascalico della storia, che potrebbe invogliare a saltare qualche pagina. Tuttavia, la Byatt ha costruito un intreccio appassionante attorno a sentimenti supremi, quelle affinità elettive che sono tanto rare quanto ineludibili, utilizzando tematiche sempre attuali ed interessanti

Qualcuno si è frettolosamente spinto ad etichettare come “femminista” quest’opera ma, a ben vedere, tale definizione risulta più ottusa che riduttiva. C’è molto altro in “Possession” e va messo a fuoco di pari passo con lo svolgersi della narrazione. 

Ci sono le insicurezze e le fragilità dell’animo umano, i pericoli di inciampare lungo il percorso impervio della morale, ritrovandosi fuori rotta, emarginati, condannati.
C’è il desiderio dell’isolamento sociale che, spesso, riguarda gli spiriti più puri, ma anche i più timidi.
Ci sono le insidie dell’amore contro cui siamo indifesi, impreparati, impotenti.
E c’è la bellezza dell’ingegno artistico.


Tanta.

Così, la critica è unanime nell’attribuire al romanzo qualità e valore. Pregevoli le poesie, i poemi, geniale la composizione di tutto il romanzo, ottima la traduzione italiana, ma alcuni pensano che sarebbe stato però un libro migliore, più piacevole, se fosse stato alleggerito di tutta quella lunga documentazione che ha distolto dalla narrazione degli eventi. 

E’ veramente il caso di dire che il troppo stroppia!

D’altra parte, il film appare a molti una bella storia romantica ed al contrario, ad altri, un racconto lento e melenso.

A voi il contributo alla critica! 

Articolo di Manuela Ciferri.

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