Eccellenze dal Territorio: Palazzo Rosi (Bracciano)

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Vivo da anni a Bracciano e da anni mi chiedo: “Ma quel bel palazzo che dà il benvenuto a quanti arrivano da piazzale Pasqualetti che storia ha?”

Questo lavoro dona una scusa perfetta alla mia curiosità.

E mi permette di far la conoscenza di persone eccezionali come la signora Adriana Dominici, insegnante in pensione e diretta discendente dei proprietari di Palazzo Rosi.

Ma andiamo con ordine.

Palazzo Rosi

Oggi vi parliamo appunto di Palazzo Rosi, splendido e affascinante edificio fatto costruire tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento dalla famiglia Rosi.

Purtroppo è quasi impossibile rintracciare i discendenti dei Rosi o anche solo recuperare documenti relativi all’edificazione del palazzo.

La nostra narrazione parte dunque dagli anni 40 del Novecento, quando la famiglia Dominici acquista il palazzo dai Rosi.

Tommaso Dominici di Visso, frazione di Villa San Antonio, un’incantevole vallata marchigiana, acquista la palazzina ed il terreno circostante che consta di 1000 ettari. Il contratto tra i due gentiluomini viene stipulato tramite stretta di mano.  Il Dominici possiede un’imponente mandria di ovini e con essa compie la transumanza, da Visso alla Maremma intorno a Cerveteri. E proprio qui, a 10 km da Bracciano, impianta invece la sua azienda agro zootecnica, che tanto lavoro dona alle popolazioni locali.

La famiglia Dominici avvia un rifacimento nel 1958 (purtroppo la pavimentazione originale è andata quasi completamente perduta) e compra nuova mobilia, poiché quella originale ha seguito la famiglia Rosi. Alla signora Adriana, nipote di Tommaso, resta uno splendido arazzo che rappresenta una veduta del palazzo realizzato con la punta incandescente di un uncinetto.

Arriviamo al 1999/2000, anni in cui viene avviata una ristrutturazione esterna, con vincolo delle Belle Arti, le quali hanno riconosciuto il valore storico artistico dell’edificio e che hanno contribuito in parte alle spese, per la maggior parte sostenute dalla famiglia Dominici. Tra queste citiamo la scintigrafia atta a rinvenire il colore originario che ornava le pareti esterne dell’edificio. Non è stato assolutamente facile ritrovare quella tinta, ma oggi il palazzo appare come doveva apparire a braccianesi e forestieri ormai più di cent’anni fa. Numerose le consulenze esterne, le analisi e gli studi ai quali è stato sottoposto e che hanno permesso di determinare che Palazzo Rosi è stato edificato in più riprese e con diversi materiali nel corso degli anni e che è frutto dell’ingegno di più architetti.

Quello che oggi è il portone principale, visibile anche dalla strada quando il cancello è aperto, era l’ingresso per il passaggio delle carrozze. Davvero affascinante. Per non parlare del fatto che in tutta la sua lunghezza palazzo Rosi è attraversato da una grotta, rivelatasi prezioso rifugio durante la guerra.

Ad oggi i proprietari di Palazzo Rosi sono i discendenti dei quattro figli di Tommaso, i quali si sono divisi equamente la proprietà, aggiungendovi la palazzina che si vede alla destra.

Palazzo Rosi non è certo l’edificio più antico o più notevole dal punto di vista artistico della nostra bella Bracciano, ma con la sua eleganza e originalità rappresenta un splendida cartolina di benvenuto per chiunque entri in città.

Curiosità!

Ecco alcuni romanzi in cui troviamo citata la città di Bracciano.

Articolo a cura di Monia Guredda

Leggi l’articolo precedente di questa rubrica

2 commenti

  1. Lovely article, thank you! Do you know where there might be any material about the construction or original plans for the building please? I am in Australia

    Bellissimo articolo, grazie! Sapete dove potrebbe esserci del materiale riguardante la costruzione o i piani originali dell’edificio, per favore? Sono in Australia

  2. Sono nato e ho trascorso tutta la mia prima gioventù presso il palazzo Rosi ,ho giocato con gli amici del quartiere “pratoterra”nella antistante piazzetta che guarda mezzogiorno.I ricordi sono tanti ,ho conosciuto tutta la famiglia Dominici.Non ho parole per definire loro tutti ,veri signori.Adriana era una ragazza speciale e così anche sua sorella Venanzia .Ho avuto modo di visitare l’edificio ed è certamente di ottima architettura.Purtroppo sono avvenuti lutti che hanno molto segnato la famiglia.Aggiungo un aneddoto che mi è rimasto impresso.Finita la guerra ,dal palazzo furono portati fuori tantissimi libri che vennero bruciati.
    A chi è ancora con noi un caro saluto con affetto e stima.Giuseppe Marchi.

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