Michael Ende e la sua Storia Infinita
Un ragazzino orfano di madre trova un libro che racconta la storia di un mondo di fantasia minacciato da un’entità oscura che lo sta distruggendo. Il compito di salvarlo è affidato a un giovane eroe che deve trovare un umano e portarlo nel suo mondo.
Una trama semplice ed efficace da oltre quarant’anni. Una storia che si ripete, ancora e ancora, nell’immaginario collettivo, permettendoci di sognare all’infinito.
Un grande classico, un libro per ragazzi, un racconto di formazione, un fantasy e un metaromanzo.
È La Storia Infinita di Michael Ende, il suo scritto più celebre, pubblicato in Germania nel 1978 e in Italia nel 1981 dalla casa editrice Longanesi.
La prima versione presentava il testo stampato in doppio colore, evidenziandone la caratteristica di metaromanzo: quello rosso indicava gli avvenimenti del mondo reale, quello verde acqua narrava le avventure ambientate a Fantàsia.
La Storia Infinita ha il potere di farci immergere nella realtà di un altro lettore. Viviamo le stesse emozioni del protagonista venendo catapultati in un’avventura fantastica che ci insegna quanto sia importante non rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere (come direbbe un saggio mago di un altro universo). Ci insegna quanto sia determinante combattere i propri disagi e malesseri, e che non bisogna aver paura di affrontare la vita di tutti i giorni e di riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni.
Nel mondo in cui viviamo, il fantastico è spesso considerato un rifugio nel quale sprofondare senza assumersi le proprie responsabilità, un mezzo di evasione negligente piuttosto che un porto sicuro nel quale fermarci e riflettere su noi stessi. In realtà, è proprio questo il potere terapeutico: l’immedesimazione, il sacrificio, la lotta tra ciò che è giusto fare e ciò che dovremmo fare
Michael Andreas Helmuth Ende nacque il 12 novembre 1929 in Germania.
Nel 1945 venne arruolato forzatamente per l’estrema difesa della Germania Nazista, ormai prossima alla disfatta totale. Dopo un addestramento di un solo giorno fu mandato al fronte, dove vide morire tre suoi compagni nei primissimi combattimenti. Michael gettò a terra il fucile e scappò, percorrendo ottanta chilometri a piedi durante la notte, nel tentativo di raggiungere Burach, dove viveva sua madre.
Negli anni ottanta, con la Guerra Fredda e Berlino divisa in due dal muro, la sua Storia Infinita venne criticata molto, ma il significato è attuale come allora: scegliere di vivere cercando di essere persone migliori in un mondo e in una società promotrice di conflitti.
La Storia Infinita mostra come credere in sé stessi e farsi promotori di speranza e di cambiamento. Mostra che chiunque può commettere errori, ma che bisogna avere la forza e la determinazione per risollevarsi e che non si deve mai smettere di credere nella vita e, soprattutto, non si deve mai smettere di amarla.
“Bastiano voleva essere un individuo, un qualcuno, non soltanto uno come tutti gli altri. E proprio per questo voleva essere anche essere amato, perché era così com’era. La vera volontà è quella di amare”.
Articolo di Lorenzo Lapomarda.