Un viaggio oltre la fotografia di moda
In programmazione al Museo dell’Ara Pacis di Roma fino allo scorso 10 marzo 2024, la mostra di Helmut Newton, Legacy, ha regalato al pubblico un’ampia retrospettiva di circa 250 tra fotografie e riviste dedicata al maestro della fotografia di moda. Un percorso diviso per decenni, dagli esordi fino al successo internazionale dell’autore, con lo sguardo sempre fisso sull’unicità, lo stile e il lato provocatorio del suo lavoro.
Helmut Newton: la rivoluzione di un genere artistico
Nato a Berlino nel 1920, Newton si trasferì in Australia dopo la Seconda Guerra Mondiale, dove iniziò la sua carriera come fotografo. Il suo stile, caratterizzato da una forte componente erotica e da un’estetica elegante e provocatoria, rivoluzionò il mondo della fotografia di moda. Le sue immagini, spesso ambientate in location suggestive e con protagoniste donne forti e sensuali, sfidavano le convenzioni dell’epoca e proponevano una visione alternativa della femminilità.
Arte autonoma o strumento commerciale?
La mostra Helmut Newton – Legacy offre anche l’occasione per riflettere sul ruolo della fotografia di moda all’epoca e nel mondo moderno. In un tempo in cui la fotografia di moda era ancora agli inizi e non era considerata una forma d’arte autonoma, Newton seppe piegare le regole del mercato al servizio della sua visione artistica. Le sue fotografie, pur essendo commissionate da riviste patinate e case di moda, non si limitavano a illustrare abiti o prodotti, ma raccontavano storie, evocavano atmosfere e trasmettevano messaggi.
Oltre la mostra: cosa resta?
Newton ci spinge a ripensare la fotografia e il ruolo che assume nella società di oggi, in un’epoca dominata dalle immagini. Le sue opere, provocatorie e iconiche, ci invitano a guardare oltre la superficie e a interrogarci sulla funzione del soggetto nell’arte fotografica.
Non parliamo di semplici modelli: sono donne forti, sensuali, spesso indipendenti, che sfidano le convenzioni e rivendicano il proprio spazio nella società.
Non parliamo di sola bellezza esteriore: le fotografie di Newton scavano nell’animo dei soggetti, rivelandone le emozioni, i desideri, le contraddizioni. La sua abilità nel cogliere l’essenza della persona rende le sue opere dei veri e propri ritratti psicologici.
In un mondo, il nostro, pervaso da immagini, spesso banali o superficiali, la fotografia è riuscita a mantenere il suo ruolo di espressione artistica, di ricerca e di indagine della realtà? Rappresenta ancora uno strumento di rivelazione dell’altro?
Esisteranno ancora autori come Newton, in grado di segnare la storia della fotografia, lasciando contributi iconici e di ispirazione?
Articolo di Sabrina Martin
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